Concorsi letterari: Qualcuno costretto a leggerti
Sì, il titolo è una provocazione, ma in fondo è vero.Perché partecipare ai concorsi letterari?
Tralasciando i grandi eventi, dove la partecipazione per scribacchini sporca fogli come me sarebbe del tutto fuori luogo, rimangono disponibili una grande quantità di concorsi e concorsini.
Vale la pena partecipare? Cosa ci si aspetta partecipando?
Nel mio caso la risposta è abbastanza semplice. La partecipazione è utile, a prescindere dal risultato.
Utile perché i concorsi sono spesso a tema, e, di conseguenza, sono costretto a esplorare territori nei quali probabilmente non avrei messo piede.
Utile perché ci sono sempre delle scadenze, e questo mi costringe a chiudere, piuttosto che rifinire e rifinire.
Utile perché, male che vada, alla fine ho un racconto nuovo da aggiungere agli altri.
E' un esercizio, un allenamento, un banco di prova.
Ottimo poi se arrivasse un risultato positivo: una menzione, una lettera di apprezzamento, una vittoria.
Sabato ho spedito un racconto per un concorso (per posta elettronica: i tempi cambiano).
Mi sono divertito a scriverlo, e lo inserirò sicuramente in una raccolta, più avanti.
Ne sto scrivendo un altro, per una seconda competizione.
E mi sto divertendo anche di più.
Il che, in fondo, è tutto quello che voglio.
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