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giovedì 26 novembre 2015

Impressioni di lettura: "Livido" di Francesco Verso

Ma come, un altro libro di Francesco Verso? Be', vi avevo detto che mi era tornata la voglia di fantascienza, quindi mi sembra doveroso affrontare gli autori italiani e Francesco è sicuramente uno di quelli da considerare. Un libro non è abbastanza per farsi un'idea e forse neanche due, quindi era inevitabile che dopo e-Doll volessi leggere altro. 

Aggiungo che sono ben contento di aver letto Livido, perché per il mio gusto questo romanzo è un gradino sopra a e-Doll. Non riesco a trovare difetti, mi è piaciuto tutto, la storia, l'ambientazione, i mille particolari, ma soprattutto tocca le mie corde la problematica dei nexumani.

La possibilità di scaricare la propria memoria e ricaricarla in una versione artificiale di noi è il trucco che Francesco si inventa per metterci di fronte a parecchi interrogativi. Domande che io mi sono posto tante volte, da appassionato di fantascienza e da (aspirante) scrittore. Un dedalo che mi attrae in maniera irresistibile. Un uomo artificiale che nasce con tutti i miei ricordi e ha le mie capacità mentali è davvero diverso da me? Si tratta della stessa persona o di una individualità diversa? Posso considerarlo umano? Sarà capace di provare sentimenti? Può morire? Che significato ha la morte per lui? E via con altre domande di questo tipo, a decine, a centinaia.

Non sapete quante mezze storie a riguardo mi ronzano da sempre nella testa. Il mio modo di affrontare questo tema al momento è differente da quella di Livido. La storia che sto scrivendo ha dentro la problematica nexumana, in un certo senso, ma di un tipo del tutto diverso. E non è la sola cosa che ho in cantiere dove si tocca l'argomento. Questo solo per dirvi quanto mi affascini il tema. 

Un tema che in Livido funziona alla grande. Viene posto in maniera meno diretta che in tanti altri romanzi che affrontano il nexumano, perché il protagonista che seguiamo passo passo è un umano e solo indirettamente lo è anche la sua amata artificiale. Eppure alla fine nella nostra testa ronzano tutte quelle domande. O almeno, spero per voi che ronzino nella vostra come hanno fatto nella mia.

Insomma, un gran bel libro davvero. Non posso volere di più, fantascienza italiana, bella e interessante, scritta come si deve e potente nelle domande che pone.
E qui chiudo, che vado a vedere se c'è altro di suo da comprare.


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