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mercoledì 13 agosto 2014

Impressioni di lettura: "Sette giri di donna" di Concetta D'Orazio

Concedetemi di iniziare giocando: oggi parlo di una donna che scrive la storia di una donna che scrive storie di donne. Sembra uno scioglilingua eppure è esattamente di questo che si tratta.

La protagonista infatti si trova alle prese con i problemi e le attività della sua vita quotidiana, le quali includono la scrittura di un romanzo. È lei, Ines, la prima donna che incontriamo nella lettura e la troviamo mentre si accinge a scrivere, e nel racconto di lei, nelle pagine del suo romanzo, incontriamo le altre.

Atte e Iulia, donne dell'antica Roma, accomunate dalla complicità femminile che solo gli amori contrastati e clandestini possono creare, così come da un destino tanto crudele quanto comune in quell'epoca. 

Poi Iolanda, donna semplice, padrona di arti antiche quanto bonarie come la raccolta delle erbe e il loro uso curativo. Eppure additata come serva del demonio per l'ignoranza e la paura dei suoi contemporanei, così come lo era stata la sua maestra Brunilde.  Una storia che mostra quanto l'uomo nel corso della storia abbia temuto il potere delle donne, come abbia sempre sfruttato ogni scusa e occasione per schiacciarle e mantenerle al "loro posto".

Infine Adele, Dora e Isabella, che con la loro storia ci insegnano come le persone, dietro l'aspetto esteriore e le apparenze, possano nascondere profondità sconosciute e tormenti inimmaginabili seppure, purtroppo, molto, troppo comuni.

Il tutto narrato con delicatezza e una vena di ottimismo, un pensiero positivo che domina il racconto, seppure nella sua drammaticità.

Sette donne che sono convinto riflettano piccoli frammenti di quella splendida persona che credo sia l'autrice.

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