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martedì 17 febbraio 2015

Impressioni di lettura: La grande menzogna di Antonella Sacco

Quando un'amica pubblica un nuovo lavoro è inevitabile leggerlo, e grazie al cielo nella maggior parte dei casi è anche molto piacevole farlo.

Questo è uno di quei casi in cui ho provato davvero gusto nella lettura. Già la copertina ci introduce bene al racconto, un bel nero compatto che fa da sfondo e questa maschera che non si capisce bene chi sia. Colore che si addice alla narrazione. Potrei dire che è un giallo, visto che il morto (o morti) è presente. Sarebbe forse limitativo. Anche il mistero dell'identità della maschera riflette bene il mistero che attraverserà tutta la storia. Mistero che non solo riguarda il caso di cui si tratta, ma più in generale richiama una delle domande essenziali della nostra vita.

Come già mi era capitato con un altro libro di Antonella anche in questo caso si parla di scrittura. Stavolta però non c'è uno scrittore al centro della vicenda, ce ne sono almeno due. O tre. Forse. E c'è una bella rappresentanza del mondo che gira intorno alla scrittura, con tutti i suoi meccanismi perversi che si delineano.

Un racconto particolarmente interessante quindi per chi scrive, ma anche per chi si limita a leggere e godersi le storie che altri hanno voluto mettere nero su bianco.
Devo dire che me lo sono letto con gusto crescente man mano che andavo avanti, preso quasi nello stesso vortice che avvince il lettore raccontato. Buffo davvero descrivere se stessi leggere la storia di uno che legge la storia di uno che scrive la storia di uno che scrive. O qualcosa del genere. No, tranquilli, non c'è confusione, è tutto lineare e perfetto, la storia fila via liscia come l'olio trascinandovi con lei fino al suo epilogo.

Quale sia dovrete naturalmente scoprirlo da soli, il libro come sempre disponibile in e-book ha un costo irrisorio e vale la pena assaporarlo al posto di un caffè, o se siete ricchi, insieme. Ancora a chiedermi il finale? Inevitabile direi, e anche giusto. 




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