Impressioni di lettura: "Magia d'amore: amori in transito al Pink Bazaar" di Marinella Zetti
Ogni volta che mi accingo alla lettura di un libro di genere rosa sono costretto a pormi la solita domanda: perché è così raro che un testo di questo tipo mi piaccia? Alla fine mi sono dato una risposta: il genere non ha niente a che fare con la mia resistenza a leggere storie romantiche, il vero problema è una pura questione di stile.
Tutto quanto si potrebbe sintetizzare in una forte allergia alle frasi iperboliche, agli eccessi, alle continue ripetizioni di concetti banali, al miele che cola, alla pornografia camuffata. E purtroppo dovrete riconoscerlo con me, di questa roba sono pieni interi volumi, magari anche di successo.
Parliamoci chiaro, non tutto è così. Ci sono di certo tanti autori che si allontanano da questi stereotipi. Tra quelli che ho già letto posso citare Manuel Sgarella e Cristina Bergomi, solo per dire i due che mi vengono in mente al volo mentre scrivo queste poche righe, ma ce ne saranno di sicuro tanti altri che ancora non ho avuto il piacere di approcciare fino a questo momento.
Provo quindi un piacere particolare nel raccontarvi la mia esperienza nel leggere questo libro. Non è solo perché considero Marinella un'amica, ma soprattutto perché questo romanzo, pur potendosi definire a pieno titolo un vero e proprio rosa, una storia romantica che tratta dell'amore e dei suoi problemi, lo fa con grazia e con uno stile pulito. Non c'è niente di quello che odio in questo libro, e c'è invece tanto di quello che amo. Qui si dimostra che si può raccontare una storia sull'amore senza rinunciare a rimanere ancorati alla realtà, affrontando anche, in maniera delicata e quasi casuale, temi piuttosto delicati che spesso sono abusati perché di moda e quasi mai gestiti per quello che sono, come correttamente avviene invece in questo caso.
Anche il finale mi piace, perché non offre la solita chiusura perfetta, ma pur trattandosi certo di un lieto fine, lascia aperta la strada alla realtà della vita, che perfetta purtroppo non lo è quasi mai, e mai, proprio mai, ci offre certezze.
Eppure si vive, eppure ci piace e ci fa gioire.
Un libro quindi quasi perfetto (ci sono un paio di refusi nelle prime pagine e non mi sarebbe dispiaciuta un'ambientazione italiana), per la storia, per lo stile, per i temi e per l'umanità dei personaggi. Una storia d'amore che potrebbe essere tranquillamente quella di uno di noi, realistica e vibrante. Qualche messaggio importante.
Lo raccomando di cuore a chi ama il genere e anche a chi come me non lo ama particolarmente, potrebbe essere per voi una gradevole sorpresa, e cosa sarebbe la vita senza un po' di stupore?
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