Titolo: Il cardellino
Autore: Donna Tartt
Editore collana: Rizzoli – Scala
stranieri
Pagine: 892
Genere: Romanzo di Formazione
Data Pubblicazione: 2014
ISBN:
978-8817072380
Valutazione: 3.5
Sinossi:
Questa è la storia di
una vita, o almeno di una larga parte della vita di un uomo.
Conosceremo Theo adolescente e affronteremo subito il dramma,
un’esplosione che uccide la madre e da cui lui invece riesce a
uscire incolume, almeno fisicamente. Negli stessi istanti in cui
perde la madre Theo inizia la sua relazione con quel quadro, Il
Cardellino, che lei tanto amava. La storia di Theo e del piccolo
capolavoro si intrecceranno con quella di altri personaggi
emblematici. Nonostante le difficoltà riuscirà a raggiungere
persino il successo e l’affermazione sociale, salvo poi trovarsi
coinvolto in una sorta di thriller carico di pericoli e di sorprese.
Recensione
Recensire questo libro è
un compito per me piuttosto complesso. Una parte di me lo ha
apprezzato, un'altra parte invece ha fatto fatica per arrivare a
leggere l'ultima pagina.
Ma partiamo dalla storia.
Il racconto narra la vita di un ragazzo, partendo dell'episodio che
ne determina il corso più di ogni altro, l’esplosione nel museo e
la morte della madre, intrecciandone il destino con quello di un
quadro famoso, da cui il titolo del libro. Quadro molto amato dalla
madre e quindi carico di significato per il ragazzo, che proprio
fuggendo dal museo lo porterà via con se.
In un susseguirsi di
episodi tutt’altro che fortunati seguiremo tutta la crescita del
ragazzo fino all'età adulta, con il libro quasi spezzato in due
distinte parti, la prima, circa due terzi del totale, più proiettata
sugli aspetti intimi e personali dei nostri personaggi, e la seconda
che improvvisamente cambia il registro della narrazione
trasformandolo di fatto in un thriller. Personaggi a volte estremi,
quanto meno per la sensibilità europea, come il suo amico di origini
russe, Boris, così come estreme sono spesso le situazioni, con le
droghe costante compagne di viaggio di Theo e di alcuni degli altri
protagonisti.
Tutto il libro, circa
novecento pagine, mantiene sempre costante la ricerca estrema del
dettaglio, con minuziose descrizioni sia degli ambienti che dei
sentimenti e dei pensieri dei personaggi. È uno stile ricco che
sinceramente non ho trovato ridondante o inutile, poiché ogni riga e
ogni parola appare sempre ponderata, cercata con attenzione, e ha una
sua funzione. Sono convinto che i lettori troveranno materiale per
molte citazioni, perché il libro, specialmente nella parte finale,
contiene considerazioni e frasi adatte a far felice un cacciatore di
aforismi.
Tuttavia, e qui
naturalmente sto esprimendo un parere molto personale, tutta questa
ricchezza appesantisce la lettura, rendendo il procedere tra le
pagine più lento di quanto si vorrebbe. Devo dire di non essere
stato colto dalla tentazione di "saltare" le parti più
descrittive, perché spesso è proprio in queste sezioni del testo
che si incontrano quelle piccole perle che viene voglia di
sottolineare, o sulle quali ci si sofferma per un pensiero. Non è
uno di quei libri in cui mi è venuta voglia di scorrere velocemente
tra i capitoli, ma non è neanche uno di quelli che mi hanno tenuto
incollato alle pagine. Anzi, le sessioni di lettura sono state meno
lunghe del normale, perché sentivo spesso il bisogno di staccare,
forse anche per la tristezza, la malinconia, che spesso la storia
trasmette al lettore.
Una
lettura dunque lunga, anche un po’ lenta per certi versi, ricca,
forse anche troppo, che mi ha tenuto impegnato circa un mese, quasi
interamente dedicato a questo libro. Non sono in grado di
consigliarlo né di sconsigliarlo, perché ho la sensazione precisa
che questo romanzo, e forse la stessa autrice, appartengano a quel
genere che si fanno amare, ma anche odiare a seconda del lettore. Se
amate la bella scrittura e apprezzate un volume di queste dimensioni,
perfettamente costruito, coerente, ricco di particolari e dettagli da
scoprire e non vi dispiace impiegare un po’ più di tempo per
arrivare alla fine, probabilmente lo amerete. Se invece preferite la
prosa secca e stringata, le pagine dense di avvenimenti e quando
leggete non vedete l’ora di arrivare alla fine, allora questo libro
potrebbe risultarvi un filo pesante.
Per quanto mi riguarda,
nonostante appartenga al secondo tipo di lettori, ho apprezzato
abbastanza il romanzo. Dopo questa lettura, tuttavia, non mi sento
particolarmente attratto dalle altre opere dell'autrice, anche se non
escludo di poterle leggere in futuro.
La valutazione tiene
conto di questa ambivalenza, sono certo però che molti altri lettori
non avrebbero dubbi nel valutarlo cinque stelle, e magari altri
potrebbero rifiutarsi di arrivare alla fine.
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