Questo è il primo romanzo che leggo dell'autore e devo confessare che faccio un pochino fatica a scrivere le mie impressioni di lettura. Il motivo di questa mia difficoltà sta tutto nel trovare il modo di comunicare i motivi per cui questa lettura non mi abbia appassionato, senza tuttavia che io possa dare una valutazione negativa del libro. Come dire: mi sembra un bel libro ma mi lascia piuttosto perplesso.
Credo che questo sia accaduto perché la tristezza di cui la storia è intrisa stride troppo con il mio modo di vedere anche le più negative delle cose. Non riesco a digerire una storia così, troppo accanimento, troppi elementi negativi. Potrebbe però essere solo un mio limite.
Credo che il senso del romanzo stia tutto nella forza della protagonista, nel suo lottare contro la sequela infinita di sventure che la colpiscono, nel filo di questa vita che attraversa i più infimi luoghi sia fisici che spirituali per emergere infine vincitore. Un messaggio se vogliamo molto bello: una madre fa tutto per i suoi figli.
Percepisco però qualche forzatura di troppo, sia nelle parti negative che nelle svolte positive.
Ancora un volta mi trovo di fronte a un libro che dipinge storie di disperazione e getta il lettore a confronto con la parte forse peggiore della società. E ancora una volta mi stranisco.
Ripeto, è probabile che sia un genere che non si addice alle mie corde, per questo non mi sento di sconsigliare la lettura del libro, che peraltro mi sembra tecnicamente ben scritto.
Non mi rimane che mettere in coda di lettura un'altro romanzo dello stesso autore per vedere se un tema diverso mi fa un effetto migliore.
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