venerdì 3 ottobre 2014

Impressioni di lettura: "Il testamento del maratoneta" di Manuel Sgarella

Qualche giorno fa una bella persona che conosco da poco poneva una domanda: si scrive per raccontare una storia?

Le risposte potrebbero essere le più disparate, ma leggendo questo romanzo non ho dubbi che sia stato scritto per raccontare una storia precisa. Non è detto che sia l'unico scopo dello scrittore, naturalmente, ma in questo caso di certo la storia è importante.

E si tratta di una storia davvero speciale, che personalmente non avevo mai  avuto modo di conoscere e che mi ha colpito in modo profondo. Molti spunti di riflessione sono nati nella mia mente mentre leggevo: sulla qualità degli uomini di quei tempi, sullo sport e la sportività, su come in fondo corruzione e ingiustizia si intreccino da sempre con la politica e la diplomazia.

Una bella lettura, che mi ha soddisfatto sotto molti punti di vista, da quello formale dello stile di scrittura a quello sostanziale del contenuto sia diretto che indiretto. Un romanzo di questo tipo richiede anche dello studio, della ricerca, e questo lo rende ancora più apprezzabile ai miei occhi. Ho in coda un altro romanzo di Manuel, quindi ci tornerò sicuramente più avanti.

Per ora, senza farla troppo lunga, e ricordandovi che le mie non sono recensioni, chiudo dicendo che è uno di quei libri che sicuramente consiglio di leggere a chi voglia avvicinarsi al mondo degli indie. Ricordandovi che costa come un caffè e sicuramente vale più di quello che costa.



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