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venerdì 30 gennaio 2015

Impressioni di lettura: Steamlily di Michael Tangherlini

Di Michael Tangherlini avevo già letto Venus at the mirror e potete consultare le mie impressioni su quel testo nelle pagine di questo blog. È stato quindi con piacere che ho letto questo secondo libro, sia in anteprima direttamente dall'autore, sia ora nella sua versione definitiva.

Anche se in apparenza la protagonista può sembrare la stessa del libro già citato (stesso nome, stessa morfa, carattere volitivo e ribelle) credo che dovremmo pensare a una Lily diversa, quanto meno a una Lily parallela.

L'ambientazione in questo caso è steampunk, il tempo un ottocento ucronico dove si sviluppa tutta l'avventura e in cui i personaggi sono morfi, ovvero animali antropomorfi. I destini di personaggi del tutto immaginari si intrecceranno con quelli di personaggi storici, ma ovviamente con sviluppi diversi da quelli che conosciamo. Prendiamo per buono questo particolare universo, senza farci ulteriori domande (per il momento) e godiamoci la storia, un'avventura con caratteristiche tali da renderla a mio avviso una lettura adatta anche ai ragazzi, sia per la trama, sia per la delicatezza con cui la narrazione si sviluppa.

La cosa che mi affascina in questo caso è proprio l'ambientazione. Un po' per lo sfondo steampunk che ha sempre un certo fascino, un po' per l'utilizzo dei morfi che si presta a giocare molto con la fantasia. Se fossi un disegnatore difficilmente resisterei alla tentazione di ispirarmi a questa ambientazione. La trovo insomma assai intrigante.

Se in Venus at the mirror attorno all'essere morfi si sviluppava un interessante intreccio che ci faceva riflettere sulla diversità, in SteamLily essere morfi è invece assolutamente normale, tutti lo sono e quindi questo non rappresenta più un elemento di conflitto. Tuttavia Lily è comunque una diversa, per il rifiuto di adeguarsi ai suoi bigotti contemporanei sia nell'abbigliamento, sia, tanto meno, nel pensiero.

Forse più leggero questo racconto rispetto al primo, ma comunque piacevole da leggere e con qualche finezza e ricercatezza che non è sempre immediato cogliere. In definitiva una bella lettura, molto curata anche negli aspetti puramente editoriali.

Ho contattato Michael e gli ho fatto alcune domande a cui ha voluto gentilmente rispondere, ecco di seguito il risultato.

D. Ciao Michael, parto subito con una domanda difficile, ma come ti è saltato in testa di scrivere? Raccontaci un po' di te.
R: Ciao Mario! E' una domanda strana e potrei rigirartela contro.  Scrivo, in un modo o nell'altro, da quando ho circa 8 anni. Ho iniziato sviluppando con mio padre una storiella inventata in occasione di un tema scolastico, ho scribacchiato qualche fetenzia in adolescenza e ora sto cercando di farlo in modo più concreto e oggettivo. Non so dirti il perché lo faccia: ho solo delle idee in testa che voglio mettere per iscritto e condividere.

D. I morfi non sono una novità assoluta ma mi ha colpito molto in Venus at the mirror il modo in cui l'hai sfruttata per mettere in risalto i problemi legati alla diversità. Potevi usare altre modalità per affrontare lo stesso tema, come mai proprio i morfi e perché un tasso?
R: "Perché mi piacciono" può contare come risposta? Sono dei personaggi che disegno molto frequentemente (per usare un eufemismo), e nel farlo ho pensato che avrebbero potuto funzionare bene anche per parlare della diversità nel mondo. In effetti possono agire come una sorta di "amplificatore" della diversità: invece di avere molti gruppi etnici umani diversi, si può attingere alla diversità animale che è sicuramente più ampia.
Per quanto riguarda la seconda domanda... perché sì. Ho sviluppato per motivi del tutto diversi da quelli trattati nel romanzo il personaggio di Lillian anni fa, e quando si è trattato di sceglierne la specie ho semplicemente preso il primo animale che mi passava per la testa. Attorno a casa dei miei, a proposito, di tanto in tanto se ne vedono girare, quindi penso sia stata una scelta abbastanza azzeccata. 

D. In SteamLily immergi i morfi in un mondo steampunk, con un risultato a mio avviso eccellente, si integrano molto bene. Come ti è venuta l'idea, ti sei ispirato a qualcosa in particolare?
R: Grazie mille.  In linea generale, per "SteamLily" l'ispirazione principale  è venuta dal film "Steamboy." Ho voluto tentare di scrivere qualcosa di steampunk, ma senza esagerare: è la prima volta che mi cimento col tema e con il setting e non mi piaceva l'idea di strafare. Preferivo concentrarmi su altri fattori, come lo scontro fra le due tipologie di tecnologie in uso ai due gruppi di personaggi in gioco (entrambe reali, fra parentesi, anche se una molto meno palese). Il metterci gli stessi personaggi del mio primo romanzo era solo un gioco. Mi sono chiesto cosa avrebbero fatto in contesto diverso et voilà.

D. Un'altra Lily, o meglio, forse la stessa Lily in un altro mondo. Sei molto affezionato a questo personaggio, la ritroveremo ancora?
R: Sto scrivendo il seguito di "Venus at the Mirror," quindi sì, la si rivedrà. Ma non credo la userò ancora, a meno di non farmi avere altre idee forti riguardo lei e la sua vita: ho altra gente di cui parlare.

D. Come ti sei trovato nel pubblicare in maniera indipendente? Che ci puoi dire di questa esperienza?
R: L'ho trovata per certi versi assai frustrante, e per altri invece molto stimolante. Frustrante perché non posso permettermi un editor, prima di pubblicare, e quindi devo spendere molto tempo a rifinire e rifinire e rifinire prima di rilasciare tutto sul serio perché non mi piace l'idea di mettere in giro qualcosa di meno che perfetto (almeno per me). Un errore che con "Venus at the Mirror" ho commesso e da cui ho imparato più di quel che pensassi. Ma è comunque stimolante perché non solo ti rende totalmente responsabile (nel bene e nel male) di ciò che fai, ma perché ti consente anche un maggior confronto anche con altri autori e con il pubblico, cosa sempre positiva.

D. Ti va di consigliarci un libro che hai letto di recente e ti ha colpito?
R: Attualmente sto leggendo "New York" di Edward Rutherfurd. E' piuttosto anomalo per me, che in genere non amo la fiction storica e preferisco cose più immaginifiche, ma lo sto apprezzando moltissimo per gli insegnamenti e le nozioni che riesce a impartire con una certa leggerezza, semplicemente passando attraverso le vite dei tanti personaggi in gioco. Lo consiglio, davvero.

D. Per chiudere una domanda tradizionale per noi indie. Vuoi rispondere a una domanda che non ti ho fatto?
R: Be', ammetto di non essermi mai "posto una domanda" da solo, quindi... direi di no, le tue sono state domande molto stimolanti, e ti ringrazio del tempo e della tua considerazione. 


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