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martedì 28 aprile 2015

Impressioni di lettura: Il bacio della bielorussa di Antonio Pagliaro

Questo è un periodo in cui mi capita spesso di leggere libri di azione, gialli, thriller e neri. Forse è un caso e forse no, comunque il genere mi diverte, ma ormai dovreste aver imparato che riesco a digerire bene quasi tutto, con la parziale eccezione del rosa e dei suoi mix, dove riesco ad apprezzare solo poche cose ben selezionate.

Alcune cose curiose sul libro:

la storia inizia in Olanda, ma finisce altrove;
i personaggi, in un certo senso, fanno una staffetta;
si va di male in peggio, ma questo non è strano;
potrebbe secondo me diventare un buon film;
il personaggio migliore, secondo me, è uno dei peggiori.

Non ci avete capito niente? Ottimo, sono qui per raccontarvi la mia lettura e magari invogliarvi, mica per svelare tutto.

Ci ho messo un po' a leggerlo ma solo perché era un periodo impegnativo e non era nemmeno l'unica lettura che portavo avanti. In realtà, come capita spesso con i gialli, non viene davvero voglia di smettere di leggere una volta che si inizia. Anzi, man mano che si va avanti l'effetto si potenzia. 

Mi sono piaciuti molto alcuni personaggi. Mi è piaciuta la storia. Ho sofferto un po' per il finale, anzi più che altro per la fine del finale. Ma non posso dirvi perché. 

Mi sono chiesto spesso durante la lettura quanto di vero ci fosse in certe cose. Non tanto nella trama, che ovviamente è opera della fantasia dell'autore, quanto nei luoghi, nei comportamenti. È così che sono i mafiosi? Certo è una domanda stupida, un libro è un libro, non deve per forza aderire alla realtà, ma il fatto che me lo sia chiesto fa capire quanto realistico appaia il racconto.

Se lo leggerete, e se amate il genere ve lo consiglio, capirete cosa intendo. E capirete anche perché mi senta un po' triste alla fine della lettura. Perché certe cose sarebbe molto meglio se leggendole non si riuscisse a immaginarle vere. E invece...

Detto questo non immaginatevi una lettura noiosa o triste. Mi sono fatto più di qualche risata e di certo non mi sono annoiato.

Dal mio punto di vista particolare di chi oltre a leggere tenta anche di scrivere ho apprezzato i cambi di POV (point of view), molto efficaci; lo stile pulito e senza eccessivi fronzoli, che nel giallo secondo me è un pregio; il passaggio del testimone da un personaggio all'altro.

Concludendo un buon libro, con una tecnica narrativa non priva di qualche spunto originale (cosa rara), personaggi interessanti, buono stile narrativo. Una bella trama che si sviluppa nel corso del romanzo donandoci qualche sorpresa. 



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