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giovedì 24 marzo 2016

Impressioni di lettura: Intanto da qualche parte nello spazio di autori vari (Gorilla Sapiens)

Se un giorno dovessi diventare uno scrittore serio, di quelli che vanno per fiere con i loro editori, dovrò adottare il trucco di lasciare a casa il portafoglio, perché non sono proprio in grado di resistere alla tentazione di comprare libri, quando ne ho così tanti davanti.

Anche ora che in fiera ci passo velocemente, finisco per portarmene a casa un bel mucchio, che di regola finisce in uno degli scaffali della mia libreria, dedicato a contenere i libri non ancora letti. Tanto per sentirmi in colpa.

Questo volumetto è stato fortunato, l'editrice è simpatica, disponibile, e il banchetto era una gioia per gli occhi. Tornato a casa mi era rimasta la curiosità di assaggiare questo libro, che per questo motivo invece di finire in biblioteca ha fatto sosta ai piani alti. Insomma l'ho letto e ora ve ne parlo, da entrambi i miei punti di vista.

La prima cosa che ho apprezzato è che si tratta di racconti. Sapete che mi piace leggerli (e scriverli), così questa non sarà per voi una sorpresa. Ma un bonus aggiuntivo viene dal fatto che sono racconti di fantascienza, nella definizione più ampia che io adotto, non necessariamente legata a quella classica. Fantascienza d'elezione, la chiamo io, ovvero quella dove è l'autore che decide che quella è fantascienza, più che esserlo perché rientra in una definizione. Lo so, alcuni di voi stanno vomitando, dovranno perdonarmi per la bestemmia.

Una volta letti, come sempre in questi casi, il gradimento è stato variabile da racconto a racconto. Tutti valevano il tempo speso per leggerli, comunque, e l'esperienza è stata nell'intero molto positiva. Credo che la disomogeneità di un'antologia sia una cosa meravigliosa. Consente di passare con il semplice gesto di girare la pagina, da un mondo all'altro, da uno stile a quello completamente diverso. Sullo stile ho qualcosa da dire anche come autore, ma lo vedrete sotto. Da lettore mi ha colpito la freschezza di certi racconti, anche per il modo in cui sono stati scritti. Sbirciando gli altri titoli editi dalla Gorilla Sapiens credo di poter dire che si tratti di una scelta editoriale. Una scelta interessante, aggiungo.

Altra cosa che ho notato, è lo spirito spesso critico che emerge dai racconti di questi (credo giovani) autori. Un certo pessimismo per il futuro del nostro paese, ma forse più un grido di allarme, uno scongiuro, quasi a voler scacciare questa prospettiva. Spesso gli autori italiani (e in parte mi ci metto anche io, anche se...), finiscono per scrivere cose che hanno poco a che fare con l'Italia. Persino i nomi li scegliamo stranieri, figuriamoci le ambientazioni, o addirittura i temi di fondo. Invece qui, ci sono, e urlano forte. Mi piace.

E ora, il mio punto di vista di scrivente. Girovagando per la fiera, di piccoli editori ne ho visti tanti. Ero lì come lettore, e un po' come autore, perché al BUK di Modena ero andato per fare una presentazione del Sad Dog Project. Il BUK è pieno di piccoli editori indipendenti, che a me piacciono tanto, in entrambe le vesti che indosso. Come lettore, perché fanno cose che ormai le grandi case editrici non si sognano nemmeno di pensare; come autore, perché c'è la possibilità di interagire a un livello umano molto più intenso di quanto non sia possibile con altre entità editoriali.

Gorilla Sapiens mi è piaciuto subito. Mi hanno colpito le copertine, i titoli, l'idea che c'è dietro la linea editoriale, che da questi si intuisce abbastanza facilmente. Mi è piaciuta Valeria, appassionata, amabile e gentile. Mi è piaciuto anche il libro che ho comprato e letto. Ma la cosa più importante è che mi ha fatto riflettere sul punto in cui mi trovo nel mio percorso di scrittura. Ho dovuto fare alcuni passi, e ancora ne devo fare, per la necessità di colmare certe lacune di base presenti nel mio bagaglio culturale. Questo, in un certo modo, mi ha spinto, consciamente o inconsciamente, a forzare la mia natura dentro alcuni schemi formali che non sono del tutto miei. 

Mi spiego meglio. Di base io tenderei a scrivere d'istinto, seguendo la mia fantasia e ignorando qualsiasi convenzione. Ma, come uno sciatore principiante che deve scendere a spazzaneve, poi usare le piste bianche e pian piano crescere, prima di poter affrontare una pista nera, anche nella scrittura ho sentito il bisogno di scrivere con uno stile il più rigoroso possibile, mentre sistemavo i miei debiti con la grammatica e la letteratura.

Leggere questa raccolta di racconti mi ha fatto venire voglia di uscire allo scoperto e cominciare a fare qualche passo sul terreno meno sicuro. Vedremo nei prossimi mesi se da questo stimolo nasce qualcosa. Nel caso, credo che Valeria sarà la prima a saperlo :-)

Sintesi finale: libro godibile, compratelo.

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