Ci sono essenzialmente due tipi di scrittori: quelli che scrivono per piacere e quelli che scrivono per piacere. Sì, lo so, è uno sporco gioco di parole, ma rende bene l'idea. E magari è un'affermazione del tutto falsa.
Lo scrivere per il piacere di farlo non implica necessariamente che quello che si scrive non piaccia, ma certo scrivere con l'intento di piacere e perseguire con forza questo scopo è un metodo che ha molte più possibilità di ottenere un buon successo tra chi legge.
Anche chi scrive per il puro piacere della scrittura subirà in qualche misura, consciamente o meno, l'attrazione verso la ricerca del consenso. Lo scrittore si chiederà sempre se quello che scrive piacerà o meno. Dunque è probabile che la maggior parte delle persone che si cimentano in questa attività la pratichi utilizzando una mistura dei due metodi: scriverà per il piacere di farlo, ma cercando di piacere.
Eppure, per alcuni, la tentazione di ignorare completamente il lettore potrebbe essere forte.
La domanda che mi pongo è questa: i grandi capolavori sono stati prodotti da autori che hanno scritto per il loro piacere, perseguendo i loro personalissimi scopi, senza curarsi affatto di ciò che i loro futuri lettori avrebbero pensato, oppure, al contrario, si sono dedicati anima e corpo nel costruire e cesellare con le parole delle trappole micidiali che ingabbiassero le menti dei lettori per circuirli e conquistarli?
La domanda che mi pongo è questa: i grandi capolavori sono stati prodotti da autori che hanno scritto per il loro piacere, perseguendo i loro personalissimi scopi, senza curarsi affatto di ciò che i loro futuri lettori avrebbero pensato, oppure, al contrario, si sono dedicati anima e corpo nel costruire e cesellare con le parole delle trappole micidiali che ingabbiassero le menti dei lettori per circuirli e conquistarli?
O magari sono dei fortunati che naturalmente hanno ottenuto l'una e l'altra cosa?
Io credo che l'obiettivo primario sia scrivere di quello che si vuole, cercando la maniera migliore di cui siamo capaci per trasmettere a chi legge esattamente quello che ci prefiggiamo. Trovare il modo per far divertire il lettore mentre lo facciamo è un obiettivo importante, ma a mio avviso secondario. Divertirlo senza trasmettere alcunché potrebbe essere un buon metodo per fare soldi, per ottenere successo, ma non è questo il mio modo di vedere la scrittura.
Prendere per mano il lettore e portarlo in qualche luogo nuovo, per poi magari lasciarlo qualche istante da solo è però qualcosa di davvero difficile da fare. Farlo rendendolo anche felice di avervi letto è quasi un miracolo. Un piccolo miracolo di carta e bit.
Tutto quello che vorrei è riuscire a farlo, non dico sempre, ma almeno di tanto in tanto.
Tutto quello che vorrei è riuscire a farlo, non dico sempre, ma almeno di tanto in tanto.
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