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domenica 20 marzo 2016

Impressioni di lettura: La guerra della discarica di Luca Tarenzi

Voi non lo sapete, non tutti almeno, ma io vivo a circa tre chilometri da una discarica. Per mia fortuna i venti dominanti in questa zona fanno sì che questa si trovi sottovento rispetto a casa mia, ma quei rari giorni in cui tirano in senso contrario i miasmi mi ricordano la sua presenza a così breve distanza.

Più di una volta ho immaginato, nelle mie follie pre-sonno, mostri che si sviluppavano sotto la coltre di liquami e immondizia. Storie il cui epilogo era sempre simile e per niente felice per l'umanità. Che volete, la nostra la vedo come una grave colpa e il mio modo di immaginare una punizione è alquanto pittoresco. Purtroppo la natura in qualche modo ci somministra comunque un duro prezzo da pagare, ma lavora in modo meno eclatante.

Questo per farvi capire quanto mi possa aver colpito l'ambientazione di questo romanzo, una bella discarica di quelle puzzolenti e poco curate. Non ci sono i mostri che animavano le mie pensate notturne, ma c'è di meglio, un'intero mondo di tribù, folletti, forse normali animali trasformati dai veleni, forse antiche razze nascoste che hanno dovuto adattarsi a vivere delle nostre immondizie. Sono piccoli, sono (forse) magici, o forse hanno semplicemente poteri psichici, hanno un rapporto speciale con il veleno e, come tutti gli esseri viventi, lottano per sopravvivere.

Ecco, basterebbe questa ambientazione così originale per giustificarne la lettura.
Ma l'ambientazione, che è la prima cosa che mi ha colpito, ed è fantastica, non è la parte migliore. Non lo è neanche la trama, che pure mi ha tenuto incollato al libro e me lo ha fatto divorare (e mi ha fatto comprare la puntata successiva non appena finita l'ultima pagina).
No, la parte migliore di questo romanzo sono i personaggi. Non parlo solo di Cruna, troppo facile innamorarsi della ribelle, coraggiosa, incosciente, generosa (e andate avanti con gli aggettivi tipici dell'eroina). Ci sono Disgelo, Verderame, Livido, Albedo, Argiope, Bicorne...
Ognuno creato per offrirvi una bella caratterizzazione dell'umana natura. Abbiamo tutto, così non è difficile immedesimarsi nell'uno o nell'altro a seconda della propria inclinazione.
Personaggi con pregi e difetti, idee e dubbi, non perfetti, non banali. 

Dunque, riepilogando, abbiamo un'ambientazione originale e in qualche modo legata alla realtà, con richiami non banali a problematiche attuali. Abbiamo una storia avventurosa ed intrigante, che nel primo romanzo della serie lascia intuire sviluppi e sorprese in quelli successivi. Abbiamo personaggi vividi, ben strutturati, di cui è facile innamorarsi (oppure odiarli). Gli ingredienti ci sono tutti e l'insieme è davvero gradevole. Se proprio devo cercare qualcosa che non va, posso citare il Glamour. Ma si vede che chiamarlo fascino non rendeva bene. Va be', perdono Luca in anticipo, ancora prima che ci spieghi perché l'ha voluto chiamare così.

Recensione sintetica: compratelo e leggetevelo. 
Raccomandazione per l'autore: fuori il terzo che intanto mi leggo il secondo.

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